I risultati di uno studio di Harvard che dura da quasi 80 anni. Meglio il divorzio di un matrimonio infelice che avvelena la vita. E in generale la qualità delle relazioni umane pesa di più sulla salute della classe sociale, del quoziente d’intelligenza e dei geniL’amore – dicevamo – fa bene alla salute. A dirlo è un’indagine condotta dall’università di Harvard su un campione di 278 matricole della prestigiosa università dell’Ivy League americana – tutti uomini e bianchi, così andava il mondo a quei tempi… E parallelamente su 456 maschi bianchi delle periferie disagiate. Fra le «cavie di prima classe», anche un futuro presidente degli Stati Uniti troppo presto strappato alla storia prima che alla scienza: John Fitzgerald Kennedy.
Una ricerca lunga quasi 80 anniPartita alla fine degli anni Trenta, la ricerca è andata avanti per quasi 80 anni: dei testimoni originari solo una ventina – tutti quasi centenari – sono sopravvissuti. Ma nel frattempo lo studio è stato allargato ai loro 1.300 figli. Anche il board dei ricercatori non è più lo stesso. Il direttore attuale, Robert J. Waldinger, è il quarto dall’inizio della ricerca. A lui va il merito di aver reso questo studio popolare nel mondo con un Ted Talk che finora è stato visto da 13 milioni di persone. Il messaggio del video? Che l’amore, appunto, allunga la vita. O come dice più scherzosamente Waldinger: è un miglior predittore della salute di un cinquantenne dei suoi livelli di colesterolo nel sangue. Con buona pace della celebre battuta di Woody Allen: «E’ meglio amare o essere amati? Nessuno dei due se il vostro colesterolo è più di seicento». Per converso, dice sempre Waldinger, la solitudine fa più male delle droghe e dell’alcolismo.
L’amore conta più dei geni. Anche se lo studio non stabilisce un nesso causale, la correlazione fra qualità delle relazioni affettive e qualità della vita appare fortissima. L’amore, quello ricevuto da piccoli da mamma e papà (o – in mancanza – da un fratello o da una sorella) che poi si traduce in capacità di dare amore a chi ci sta vicino: mogli, figli, amici, colleghi, apparentemente è una miglior garanzia di lunga vita della classe sociale di partenza, del quoziente intellettivo e perfino dei geni. E’ una delle ultime cose che Victor Hugo fa dire a Jean Valjean nei Miserabili: «Non c’è altro che questo al mondo, amarsi».
Meglio il divorzio di un matrimonio infelice ed è proprio in nome della forza dell’amore che Waldinger mette in guardia dal rischio rappresentato dai matrimoni infelici. Lo diceva questa volta Tolstoj in Anna Karenina: «Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo». Ma allora l’unica alternativa a un matrimonio infelice era l’adulterio che, stando alla letteratura russa almeno, non allungava certo la vita. Oggi, per fortuna, non è più così. «Un matrimonio senza affetto fa più male alla salute di un divorzio», dice Waldinger. In altre parole niente avvelena la vita quanto una relazione avvelenata. E questo vale per tutti i rapporti conflittuali: genitori-figli, fratelli, amici, vicini di casa e colleghi. Come diceva Mark Twain, citato da Waldinger: «La vita è così breve, non c’è tempo per litigi, scuse, rancori, rese dei conti. C’è solamente il tempo per amare e solamente un istante, per così dire, anche quello». E così anche si dimostra, una volta di più, che il sigillo della scienza arriva sempre dopo l’immaginazione letteraria.